Il
volto negato
1.
Quintus Pompeius Falco
Il personaggio
protagonista, a sua insaputa, di questo scritto è un centuripino le cui gesta sono
arrivate sino a noi, grazie alle epigrafi e ai documenti antichi che si sono
salvati dalle distruzioni.
Gli studiosi sono riusciti
a ricostruire diverse generazioni dei Pompeii Falcones; famiglia di cui fa
parte Falco, sicuramente originaria di Centuripe e che a Centuripe ha lasciato
abbondanti tracce del suo evergetismo. Molto probabile che anche i grandi mausolei funerari centuripini siano da collegare alla presenza di personaggi di questo
livello.
Falco nasce nel 70 d.C.
circa, ha un fratello maggiore, Prisco, ed è figlio di Sextus Pompeius Priscus
e di Clodia Falconilla. Il padre è sicuramente un ricco proprietario terriero
siciliano, con possedimenti anche nel nord Africa, mentre la madre proviene
dalla gens Clodia di Hadrumetum, l’attuale città tunisina Susa.
Del fratello Prisco si sa poco, forse
perché si occupò esclusivamente della amministrazione dei ricchi possedimenti
della famiglia; Falco invece avrà una, a dir poco, brillante carriera militare
e politica che gli consentirà di conoscere ben quattro imperatori romani, di cui un paio anche amici. Egli inizia la carriera militare come tribuno; ma
solo dopo la prima campagna dacica come legatus legionis,
nel 102 d.C., al termine della quale ottiene dall’Imperatore Traiano alcune ricompense
militari, la sua vita e la sua carriera prenderanno una diversa piega. In
questo periodo sposa Sosia Polla e diviene genero di Quinto Sosio
Senecione, uno dei più stretti collaboratori dell'imperatore, ed entra nella
ristretta cerchia degli uomini di fiducia di Traiano.
Diviene quindi governatore
della Licia e Panfilia e poi della Giudea. All’inizio dei lavori
della Via Traiana gli viene affidato l'incarico eccezionale di
Curatore. Nel 108 diviene console sostituto; quindi gli viene affidato il
governo provinciale della Mesia Inferiore. Nel 117, alla morte di Traiano, Adriano,
coetaneo e amico di Falco, diventa
imperatore; nasce nel medesimo anno il figlio di Falco. Nel 118 viene
nominato governatore della Britannia. Nel 122, ultimo suo anno di
governatorato, la Britannia fu visitata dall'imperatore Adriano,
che ordinò riforme nell'isola e la costruzione del vallo, il cui tracciato
era stato già supervisionato da Falco.
Nel 124 infine è
proconsole d'Asia, durante questo incarico muore la moglie e Falco,
dopo il 129, si ritira a vita privata nella sua villa in campagna, a sud-est di
Roma a nord di Frascati, in un luogo chiamato ancora oggi Monte Pompeo, dove si
dedica, tra le altre cose, all'orticoltura. Nel 140 l’Imperatore
Antonino Pio accompagnato dal giovane e prossimo imperatore Marco Aurelio
gli fanno visita per chiedergli consigli sulla conquista definitiva della
Britannia, compresa la Caledonia; si racconta che fossero molto incuriositi dai
suoi pregevoli alberi che producevano, innestati su un unico tronco, diversi
frutti, da lui definiti una Catachanna.
2.
Quintus Pompeius Sosius Priscus
Dopo la morte di
Falco, avvenuta nel 146 circa, Il suo unico figlio Sosius Priscus nel 149, in
base al suo cursus
honorum di tutto rispetto, recuperato da un paio di iscrizioni
non centuripine, diventa console ordinario.
Per
i personaggi di alto rango era una regola sponsorizzare nella città d’origine la
costruzione di edifici pubblici dedicati all’imperatore. Le carriere politiche
si costruivano anche con questi gesti propagandistici. E’ il caso dell’edificio
degli Augustales di Centuripe in base alle iscrizioni che da li provengono.
Ed è proprio Sosius Priscus, il dedicante
di una serie di statue che riguardano personaggi della propria famiglia e
personaggi della famiglia imperiale; nonché il finanziatore dell’ operazione di
miglioria sul monumento e la scelta di farlo proprio a Centuripe non è casuale.
Tra le statue esposte nel locale museo
archeologico regionale, ad appena trenta metri di distanza dal luogo del
rinvenimento, spicca quella virile togata che, per i rotoli che servono anche
da sostegno, è attribuibile ad un personaggio con carica pubblica.
Inoltre la statua non ha l’alloggiamento
per la testa, ma è stata prodotta con un ritratto a se stante, forse unico. Le
caratteristiche stilistiche, inoltre, la collocano alla metà del II secolo. Le epigrafi ritrovate nello stesso
complesso fanno riferimento ad alcuni personaggi della famiglia dei Pompeii
Falcones: la figlia Sosia, lo zio, il padre e la nonna paterna di Sosius Priscus.
Un piccolo frammento di epigrafe fa riferimento a Traiano, potrebbe essere
ingenuo sostenerlo, ma Falco ne era il Curator [via] E– TRAIA [nae] come
abbiamo visto.
Ma, a prescindere dalla corretta lettura di questa epigrafe, probabile
che questa statua sia proprio quella dedicata a Falco, cioè il personaggio che,
senza ombra di dubbio, ha rappresentato l’aggancio ai vertici della politica
dell’impero per la famiglia dei Pompeii Falcones.
Nell’anno 2000, in seguito
al trasloco dei reperti dai magazzini dell’antiquarium di Centuripe ai
magazzini del nuovo museo archeologico, una revisione del materiale in deposito
consentì la scoperta di un interessante frammento marmoreo; era in pratica l’anello di congiunzione tra la
base del collo di questa statua virile e la parte superiore di una testa.
Si tentò, nell’immediato, una
prima ricostruzione grafica del volto sulla statua a corredo dell’impianto
espositivo del museo.
Nell’autunno del 2001, fui
coinvolto a partecipare ad una veloce escursione al museo archeologico di
Lentini autorizzata dalla Soprintendenza di Siracusa. Il museo di Lentini, in
quegli anni, era chiuso per lavori, ma al direttore del museo di Centuripe
nonché ai suoi accompagnatori non si poteva negare una visita “scientifica”. Era
giunta voce che nei depositi di quel museo si trovasse qualche reperto pertinente
a remoti ritrovamenti centuripini. Il
primo reperto che venne fuori dal
magazzino era un rilievo frammentario di terracotta con atleta, di cui si erano
perse le tracce, ed era riconducibile ad un trittico in terracotta scoperto in
una tomba di contrada Addolorata nel 1951.
Il secondo reperto, che
ci fece letteralmente sobbalzare d’incredulità e di meraviglia, era un
frammento di marmo, che dal naso all’orecchio sinistro, raffigurava un volto ormai
famoso a noi addetti ai lavori del museo di Centuripe.
Entrambi i reperti, immediatamente
dopo i ritrovamenti, erano stati fotografati a Centuripe dal Prof. Rizza, quando
ancora sporchi di terra. Lo attestano i fotogrammi del rullino che precedono e
seguono le foto del frammento e riguardano gli scavi presso gli Augustales di Centuripe.
Ma per strane traversie, sicuramente la difficoltà o l’impossibilità di
depositarle in quei giorni presso i magazzini dell’Antiquarium di Centuripe,
erano stati provvisoriamente portati al
museo di Lentini.
Non dobbiamo dimenticare
che il Prof. Rizza in quegli anni si occupava di ricerche archeologiche in
entrambe le due città. Per un motivo o l’altro, dopo alcuni decenni si erano
persi i ricordi e con essi le tracce di quel deposito provvisorio.
Negli anni successivi si era
tentato addirittura di ricostruire il volto di quel personaggio con una
integrazione che faceva riferimento alle foto del frammento smarrito, ma i
risultati non dovettero essere soddisfacenti e si lasciò perdere.
Le documentazioni fotografiche storiche, che nel
frattempo sono state diffuse,in alcune pubblicazioni, fugano inesorabilmente
qualsiasi dubbio sulla provenienza di quei reperti.
Ma torniamo al nostro
frammento. Preso alla sprovvista non avevo idea di come fissare su carta qualche veloce schizzo del reperto; la fortuna volle che, dal cassetto di una vecchia scrivania del museo, spuntò infine un mozzicone di matita che mi permise di stilare uno scarabocchio
estemporaneo in seguito rielaborato
graficamente.
Quel volto, adesso,
cominciava ad assumere un aspetto ancora più intrigante. La speranza
nell’immediato fu che il frammento rientrasse definitivamente al museo di
Centuripe. Iniziò infatti, da li a poco, uno scambio epistolare tra gli enti: richieste,
dubbi, chiarimenti etc.. con i contributi del Soprintendente di Enna e del Dirigente Generale dei BB.CC.AA. di
allora, che diedero in un certo senso il via libera; infine dopo quattro anni,
nel 2005, tutto tacque senza che si
fosse arrivati purtroppo ad alcun risultato!
Il museo di Centuripe, nel
frattempo, ha acquisito lo status di museo regionale; in questi anni un nugolo
di esperti è transitato per i suoi ambienti, senza poter o voler apportare
contributi decisivi. Ci si è confortati, a tempo perso, con tentativi vari di ricostruzioni
del volto di questo personaggio, che però non hanno sgombrato il campo dall’amarezza
che solo i danni dei tombaroli e della burocrazia lasciano provare.
Perché questo volto è
importante per il museo di Centuripe e per i centuripini? Forse perché è l’unico
ritratto esistente di Q. Pompeius Falco! La valenza storico - archeologica è
altissima, ed è certo che finchè il frammento di Lentini non rientra al museo archeologico regionale di
Centuripe e non si avvia il dovuto restauro dell’intero ritratto, ci dovremo
accontentare solo di provvisorie e tristi ricostruzioni grafiche, e di convivere
con il rammarico di una identità negata.
Enzo Castiglione
Bibliografia breve:
-
Prosopographia – Imperii Romani – saec I.
II. III
-
G. Rizza (a cura di) , Scavi e ricerche a Centuripe
(Palermo 2002)
-
R. P. A. Patanè -
Impero di Roma e passato troiano nella società del II secolo (Roma 2011)
-
G. Biondi, S. Rizza - Centuripe Guida ai
Monumenti di età imperiale romana (Catania 2017)
-
G. Libertini, Centuripe. Nuove indagini
sulle costruzioni presso il mulino Barbagallo,
in notizie Scavi 1953.
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