mercoledì 28 giugno 2017

Il Viale dei ricordi

Il Viale dei ricordi


Se c’è un posto a Centuripe dove,  più che in ogni altro, si affollano ricordi personali e collettivi, esso si chiama Corradino. Non esiste un centuripino/a  che non abbia almeno un ricordo della propria esistenza legato a quel luogo; per certi versi un luogo delle memorie:  giovanili e spensierate, sentimentali e dell’innamoramento, della serenità e della vecchiaia.
Se, finalmente, si potrà scrivere una storia importante della città, un intero capitolo dovrebbe parlare di quel viale e di quello spiazzo; nella quale avvenimenti, più o meno importanti, hanno segnato la storia passata e recente della città.

Foto Achille Palermo - 1936

Dedicato, per una strana e articolata commistione, a un personaggio giustiziato a Napoli, a 16 anni,  che mai visitò questi luoghi; ma ricordato grazie a Corrado Capece che, appoggiando gli interessi Svevi contro gli invasori Angioini, qui si difese strenuamente sino alla fine di Aprile del 1270.  Corradino a Centuripe è una frase fatta; non è una semplice indicazione geografica,  ma un posto intimamente centuripino, dove il suono del vento tra gli alberi accompagna  il volo degli occhi in tutte le direzioni.
Qualcuno aveva già scelto, oltre diciotto secoli fa, l’estremità del promontorio, per farvi costruire la propria imponente tomba monumentale; Giuseppe Garibaldi aveva constatato di persona, nel 1862, che si trattava di un vero e proprio “Balcone della Sicilia”. Anche la II Guerra Mondiale passerà da lì con il suo strascico di bombe e sangue.
Il fato oltre che la splendida collocazione, lo destineranno però a luogo di raduni collettivi che segneranno le varie epoche.
Nel 1853, per l’interesse dell’allora sindaco Don Giuseppe Antonio Lo Giudice, era stata aperta una strada a ruota che collegava il largo del mercato pubblico con il mausoleo e lo superava girandovi intorno.

Catastale storica - CRicd

 Recita l’Ansaldi in merito: Alcune strade sono state nuovamente aperte. Quella dell'interno del Comune che.. ..va a terminare all'antica torre di Corradino, formando attorno di questa un vago semicircolo con se­dili di antichi mattoni. ”


La livelletta della nuova strada, addolciva la profonda sella tra il piano del mercato e il mausoleo, e copriva la sommità della cresta e tutto ciò che di costruito li poteva ancora trovarsi.
 Alla fine dell'ottocento, i fratelli Biondi, fotografi catanesi, in uno storico selfie del 1891, immortaleranno in una preziosa immagine i resti del mausoleo romano, alias Castello di Corradino.  Nella foto, la pendice del terreno a nord-ovest del monumento è ancora integra; infatti sarà ribassata da li a poco.

Foto F.lli Biondi - 1891

Addossata all'antico edificio è possibile scorgere una strana struttura in pietra, di pianta semicircolare, ampia circa otto metri e con muri altalenanti. Nella parte centrale dell’impianto si notano le tracce di un altare (?).


Da ciò se ne deduce che l'area, forse dalla fine del settecento, fosse stata già individuata ed elevata alla sacralità per le celebrazioni religiose dei nostri avi. Nelle “Memorie storiche” di Filippo Ansaldi non vi è nessun riferimento a questo manufatto o ai relativi riti, ma durante gli anni venti del secolo scorso, con una celebrazione molto partecipata dalla cittadinanza, una croce in ferro veniva posta sul mausoleo, forse, simbolicamente, a riconquistare lo spazio perduto.
Il mausoleo non è, comunque, l’unico elemento antico che sopravvive nell’area.  Qualche anno fa, nel 2005, uno dei muri, innalzati nel 1853 per sostenere il viale, ha mostrato segni di cedimento; lo scavo per liberare l’area e fornire la base per un nuovo e più robusto muro, ha riservato qualche sorpresa. Una porzione di antica cisterna, medievale con probabile forma ad ampolla e con sul fondo una depressione   concava per la raccolta dei detriti, ha fatto capolino dalle macerie. 


Che fosse medievale lo hanno indicato alcuni elementi, ceramici e vitrei, individuati nello strato a contatto con il fondo. Il rilievo del manufatto e la relativa collocazione cartografica è bastato a conservarne memoria.


Sotto  il medesimo tratto stradale, la presenza di altre sporadiche tracce di manufatti hanno confermato quello che già sapevamo dai testi storici; seguendo la cresta della montagna  dal convento degli Agostiniani fino al Mausoleo romano si vedevano, fino alla fine del settecento, delle parti considerevoli di muri antichi, tutti rovesciati.
Dall’inizio del novecento, quindi, con  il ribassamento della terrazza centrale e con lo spiazzo  così ottenuto, si darà il via alle grandi adunate e alle celebrazioni pagane di ogni tipo.
Le rappresentazioni del regime, durante il ventennio; le rappresentazioni scolastiche e ginniche tra gli anni '50 e '60. Le feste dell’Unità con il fumo degli arrosti, i giochi e tutto il circo equestre; la gara canora del Microfono d’Argento con l’elité centuripina, che recitava la propria parte, chiusa dentro un paddock. Le feste del lavoro del primo di maggio, i concerti e gli spettacoli teatrali delle feste padronali dominate dal vento di settembre. Le giostre, l’autoscontro, il calcio in culo,  tutto il calcio minuto per minuto, vissuto pigramente in auto la domenica e le epiche partite di calcio tra le contrade della città, con le escoriazioni e sangue, di pace, che cola giù. Le passeggiate, il caffè al chiosco, le stelle cadenti, le sonate di chitarra al chiaro di luna, l’Etna e le sue convulsioni.
E poi le foto con gli amici, degli sposi, del panorama, del rudere, di quando eravamo giovani noi e di quanto erano giovani i nostri genitori, del tempo che passa dentro la medesima location; che si è nel frattempo contaminata delle nostre vite fino a diventare un archivio, una enciclopedia dei ricordi di tanti, di tutti, di intere generazioni che su quell’ampio balcone hanno anche meditato della vita e del proprio destino.
Enzo Castiglione
                                                             1962


Bibliografia di riferimento:
-         Filippo Ansaldi – Memorie storiche di Centuripe, 1981 Edigraf Catania
-         Jean Houel - Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Lipari et de Malte, Tomo III 1785
-         Saba Malaspina – da Cronisti e scrittori sincroni napoletani – Giuseppe del Re, 1868
-         Vito Amico - Dizionario topografico della sicilia, note di Gioacchino Di Marzo, 1858
-      Vecchie foto di Sicilia – Salvatore Nicolosi edizioni Greco 
-         38 Irish Brigade – Diari di guerra
-         Catastale storica – Repertorio CRicd

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