Il Viale dei ricordi
Se
c’è un posto a Centuripe dove, più che
in ogni altro, si affollano ricordi personali e collettivi, esso si chiama
Corradino. Non esiste un centuripino/a che non abbia almeno un ricordo della propria
esistenza legato a quel luogo; per certi versi un luogo delle memorie: giovanili e spensierate, sentimentali e
dell’innamoramento, della serenità e della vecchiaia.
Se, finalmente,
si potrà scrivere una storia importante della città, un intero capitolo
dovrebbe parlare di quel viale e di quello spiazzo; nella quale avvenimenti,
più o meno importanti, hanno segnato la storia passata e recente della città.
Foto Achille Palermo - 1936
Qualcuno
aveva già scelto, oltre diciotto secoli fa, l’estremità del promontorio, per
farvi costruire la propria imponente tomba monumentale; Giuseppe Garibaldi
aveva constatato di persona, nel 1862, che si trattava di un vero e proprio
“Balcone della Sicilia”. Anche la II Guerra Mondiale passerà da lì con il suo
strascico di bombe e sangue.
Il
fato oltre che la splendida collocazione, lo destineranno però a luogo di
raduni collettivi che segneranno le varie epoche.
Nel
1853, per l’interesse dell’allora sindaco Don Giuseppe Antonio Lo Giudice, era
stata aperta una strada a ruota che collegava il largo del mercato pubblico con
il mausoleo e lo superava girandovi intorno.
Catastale storica - CRicd
Recita l’Ansaldi
in merito: “Alcune strade sono state nuovamente aperte. Quella
dell'interno del Comune che.. ..va a terminare all'antica
torre di Corradino, formando attorno di questa
un vago semicircolo con sedili di antichi mattoni. ”
La livelletta della nuova strada, addolciva la
profonda sella tra il piano del mercato e il mausoleo, e copriva la sommità
della cresta e tutto ciò che di costruito li poteva ancora trovarsi.
Alla fine dell'ottocento, i fratelli Biondi,
fotografi catanesi, in uno storico selfie del 1891, immortaleranno in una
preziosa immagine i resti del mausoleo romano, alias Castello di Corradino. Nella foto, la pendice del terreno a
nord-ovest del monumento è ancora integra; infatti sarà ribassata da li a poco.
Foto F.lli Biondi - 1891
Addossata
all'antico edificio è possibile scorgere una strana struttura in pietra, di
pianta semicircolare, ampia circa otto metri e con muri altalenanti. Nella
parte centrale dell’impianto si notano le tracce di un altare (?).
Da
ciò se ne deduce che l'area, forse dalla fine del settecento, fosse stata già
individuata ed elevata alla sacralità per le celebrazioni religiose dei nostri
avi. Nelle “Memorie storiche” di Filippo Ansaldi non vi è nessun riferimento a
questo manufatto o ai relativi riti, ma durante gli anni venti del secolo
scorso, con una celebrazione molto partecipata dalla cittadinanza, una croce in
ferro veniva posta sul mausoleo, forse, simbolicamente, a riconquistare lo
spazio perduto.
Il mausoleo non è, comunque, l’unico
elemento antico che sopravvive nell’area.
Qualche anno fa, nel 2005, uno dei muri, innalzati nel 1853 per
sostenere il viale, ha mostrato segni di cedimento; lo scavo per liberare
l’area e fornire la base per un nuovo e più robusto muro, ha riservato qualche
sorpresa. Una porzione di antica cisterna, medievale con probabile forma ad
ampolla e con sul fondo una depressione concava per la raccolta dei detriti, ha fatto
capolino dalle macerie.
Che fosse medievale lo hanno indicato alcuni elementi, ceramici
e vitrei, individuati nello strato a contatto con il fondo. Il
rilievo del manufatto e la relativa collocazione cartografica è bastato a
conservarne memoria.
Sotto
il medesimo tratto stradale, la presenza
di altre sporadiche tracce di manufatti hanno confermato quello che già
sapevamo dai testi storici; seguendo la cresta della montagna dal convento degli Agostiniani fino al
Mausoleo romano si vedevano, fino alla fine del settecento, delle parti
considerevoli di muri antichi, tutti rovesciati.
Dall’inizio
del novecento, quindi, con il
ribassamento della terrazza centrale e con lo spiazzo così ottenuto, si darà il via alle grandi
adunate e alle celebrazioni pagane di ogni tipo.
Le
rappresentazioni del regime, durante il ventennio; le rappresentazioni
scolastiche e ginniche tra gli anni '50 e '60. Le feste dell’Unità con il fumo
degli arrosti, i giochi e tutto il circo equestre; la gara canora del Microfono
d’Argento con l’elité centuripina, che recitava la propria parte, chiusa dentro
un paddock. Le feste del lavoro del primo di maggio, i concerti e gli
spettacoli teatrali delle feste padronali dominate dal vento di settembre. Le
giostre, l’autoscontro, il calcio in culo, tutto il calcio minuto per minuto, vissuto
pigramente in auto la domenica e le epiche partite di calcio tra le contrade
della città, con le escoriazioni e sangue, di pace, che cola giù. Le
passeggiate, il caffè al chiosco, le stelle cadenti, le sonate di chitarra al
chiaro di luna, l’Etna e le sue convulsioni.
E poi
le foto con gli amici, degli sposi, del panorama, del rudere, di quando eravamo
giovani noi e di quanto erano giovani i nostri genitori, del tempo che passa
dentro la medesima location; che si è
nel frattempo contaminata delle nostre vite fino a diventare un archivio, una
enciclopedia dei ricordi di tanti, di tutti, di intere generazioni che su quell’ampio
balcone hanno anche meditato della vita e del proprio destino.
Enzo Castiglione
1962
Bibliografia di riferimento:
-
Filippo
Ansaldi – Memorie storiche di Centuripe, 1981 Edigraf Catania
-
Jean
Houel - Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Lipari et de Malte, Tomo III
1785
-
Saba
Malaspina – da Cronisti e scrittori sincroni napoletani – Giuseppe del Re, 1868
-
Vito
Amico - Dizionario topografico della sicilia, note di Gioacchino Di Marzo, 1858
- Vecchie foto di Sicilia – Salvatore Nicolosi edizioni Greco
-
38
Irish Brigade – Diari di guerra
-
Catastale
storica – Repertorio CRicd
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