Cherryripe Subdued
“Centuripe, Sicilia, nota alle truppe come
"Cherryripe",
è stata la chiave per la caduta di Catania. Gli aerei
Baltimore
hanno contribuito a sottomettere la città, che dopo una lotta
disperata è stata presa dalla 78a Divisione.”
Centuripe sabato 31 Luglio 1943, la triste settimana volgeva
al termine, delle battaglie si sentivano già le voci lontane; solo appena tre
giorni prima, la mattina di mercoledì 28, un’incursione aerea della NATAF sul versante
est del paese, tra il quartiere del crocefisso e il quartiere della Tribona,
aveva colpito il mulino, molte abitazioni e causato la morte di alcuni civili.
La NATAF (Northwest African Tactical Air Force) era stata costituita
da americani ed inglesi, con sede operativa a Casablanca. Era fornita di caccia
bombardieri leggeri e medi. Le incursioni cosiddette tattiche, a differenza di
quelle strategiche della NASAF, servivano a demoralizzare le popolazioni civili,
erano interventi aerei che a volte non tutti, tra gli alleati, condividevano.
Il primo pomeriggio a Centuripe scorreva tranquillo, tra le
stradine e i quartieri di Centuripe, i rapporti umani non erano ancora stati
insidiati e disimparati dalla tecnologia; c’erano i crucchi in paese ma questo
non impediva ai centuripini di continuare a vivere. Nessuno poteva immaginare quello
che sarebbe successo da lì a poco.
Sull’isola di Malta erano già in pieno assetto i Martin a30
Baltimore in dotazione alla 232 Wing della R.A.F. costituita dagli squadroni
223 e 55; il Martin era un bombardiere leggero di costruzione statunitense, a
pieno carico superava le 10 tonnellate e solitamente trasportava 6 bombe da 500
libbre. In poco meno di mezz’ora avrebbe ricoperto i 200 km che distavano
dall’obiettivo.
Erano appena passate le 16, il cielo a sud del paese si ingombrò
di strani stormi, allineati a gruppi di tre; con rigorosa procedura si avventarono
sul quartiere “stelle”, posto ad ovest della cittadina, a depositare la loro velenosa
covata.
La prima incursione del 31 luglio 1943 su Centuripe
La prima incursione elargì una strisciata di ordigni, il 15%
dei quali colpì alcune abitazioni sul colle dell’annunziata; La seconda
incursione scaricò poco più ad ovest, nei pressi della chiesa dell’addolorata,
in una area presidiata dalle mitragliatrici germaniche. Le successive
incursioni, che andarono avanti fino alle 20, ampliarono l’area colpita;
centinaia di bombe caddero sulle contrade Bagni, Policara e Gelofia, sul
collegio di Maria in cui perirono tre
suore, su molte altre abitazioni fino al “quartarieddu” e anche su qualche
abitazione in via Garibaldi.
Le circa trecento bombe del 31 luglio 1943 su Centuripe,
alla fine determineranno, sotto le macerie delle case o colpiti da schegge,
oltre 70 morti civili, e tra le decine di feriti , qualcuno tra i più gravi
perirà nei giorni successivi.
All’orrore disumano della guerra si sovrapponeva
distinguibile anche l’errore umano.
1 - Le autorità,
che sapevano dell’imminente attacco aereo, non si adoperarono per avvisare la
popolazione. I tedeschi, che occupavano strategicamente la città, dal canto
loro abbandonavano solitamente le loro posizioni per mettersi in sicurezza,
fuori paese sul versante meridionale; quindi probabile che nessuno di loro sia
stato colpito dalle bombe.
2 - Se
tatticamente vuoi destabilizzare e demoralizzare i civili non gli stronchi la
vita, potresti inimicarti i sopravvissuti. I bombardamenti della NATAF (leggi
RAF in realtà), sul centro abitato di Centuripe, sono stati una vera e propria
esagerazione, con la 78a divisione britannica ormai alle porte. Forse
sarebbe meglio definirli uno sconsiderato omicidio di massa. Quattro
mitragliatrici, due cannoni e qualche carro armato tedesco hanno avuto come
risposta un bombardamento a tappeto senza distinzione alcuna sui civili;
miracolosamente nessuna chiesa fu colpita.
3 - Numerosi
furono gli ordigni che non determinarono un’immediata deflagrazione, nel
dopoguerra, in tempo di pace, si assisterà a una lunga serie di incidenti
collaterali che uccideranno molti dei contadini che impatteranno su tali
residuati bellici; considerato che le aree centuripine interessate dai
bombardamenti del ’43 non sono mai state bonificate negli anni successivi e il
dilavamento delle pendici interessate nel frattempo ha fatto il resto, è
probabile che parecchi ordigni inesplosi siano ancora dove sono atterrati
all’epoca.
Verso
il 1985 dei ragazzini individuarono, casualmente, uno di questi grossi ordigni
inesplosi nella pendice immediatamente a nord della chiesa dell’Annunziata, a
ridosso di via Ugo Foscolo; gli artificieri delle forze armate hanno fatto il
resto.
4 - Le incursioni aeree colpirono anche
l’unica strada utilizzabile dagli alleati per raggiungere la città con i mezzi
(darsi la zappa sui piedi). La cosiddetta craterizzazione, che era stata
avviata dai tedeschi, ritardò difatti la
colonna motorizzata della 38° Brigata che dovette utilizzare dal 4 agosto i
bulldozer per riassettare quella strada; solo in seguito i grandi mezzi gommati
riusciranno finalmente a transitare per le vie di Centuripe in direzione di
Adrano.
Paradossalmente i bombardieri Martin a30 Baltimore, che
furono portatori di morte e distruzione dal sud al nord Italia, passeranno dopo
l’armistizio in almeno cinquanta unità, alla nostra aviazione militare per
essere poi definitivamente demoliti nel 1951.
ENZO
CASTIGLIONE
Bibliografia di riferimento:
- Onofrio Costanzo –
Diario di guerra
- Salvatore Calì –
Venti di guerra
- Ken Ford - Battleaxe
Division: From Africa to Italy with the 78th Division, 1942-45
- Franz Kurowski - Jump Into Hell: German Paratroopers
in World War II
- Ezio Costanzo - Sicilia
1943. Breve storia dello sbarco alleato
Nessun commento:
Posta un commento