lunedì 12 giugno 2017

Cherryripe Subdued

Cherryripe Subdued

         
          “Centuripe, Sicilia, nota alle truppe come "Cherryripe",
        è stata la chiave per la caduta di Catania. Gli aerei Baltimore
         hanno contribuito a sottomettere la città, che dopo una lotta 
       disperata è stata presa dalla 78a Divisione.”


Centuripe sabato 31 Luglio 1943, la triste settimana volgeva al termine, delle battaglie si sentivano già le voci lontane; solo appena tre giorni prima, la mattina di mercoledì 28, un’incursione aerea della NATAF sul versante est del paese, tra il quartiere del crocefisso e il quartiere della Tribona, aveva colpito il mulino, molte abitazioni e causato la morte di alcuni civili.
La NATAF (Northwest African Tactical Air Force) era stata costituita da americani ed inglesi, con sede operativa a Casablanca. Era fornita di caccia bombardieri leggeri e medi. Le incursioni cosiddette tattiche, a differenza di quelle strategiche della NASAF, servivano a demoralizzare le popolazioni civili, erano interventi aerei che a volte non tutti, tra gli alleati, condividevano.
Il primo pomeriggio a Centuripe scorreva tranquillo, tra le stradine e i quartieri di Centuripe, i rapporti umani non erano ancora stati insidiati e disimparati dalla tecnologia; c’erano i crucchi in paese ma questo non impediva ai centuripini di continuare a vivere. Nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo da lì a poco. 
Sull’isola di Malta erano già in pieno assetto i Martin a30 Baltimore in dotazione alla 232 Wing della R.A.F. costituita dagli squadroni 223 e 55; il Martin era un bombardiere leggero di costruzione statunitense, a pieno carico superava le 10 tonnellate e solitamente trasportava 6 bombe da 500 libbre. In poco meno di mezz’ora avrebbe ricoperto i 200 km che distavano dall’obiettivo.


Erano appena passate le 16, il cielo a sud del paese si ingombrò di strani stormi, allineati a gruppi di tre; con rigorosa procedura si avventarono sul quartiere “stelle”, posto ad ovest della cittadina, a depositare la loro velenosa covata. 

La prima incursione del 31 luglio 1943 su Centuripe

La prima incursione elargì una strisciata di ordigni, il 15% dei quali colpì alcune abitazioni sul colle dell’annunziata; La seconda incursione scaricò poco più ad ovest, nei pressi della chiesa dell’addolorata, in una area presidiata dalle mitragliatrici germaniche. Le successive incursioni, che andarono avanti fino alle 20, ampliarono l’area colpita; centinaia di bombe caddero sulle contrade Bagni, Policara e Gelofia, sul collegio  di Maria in cui perirono tre suore, su molte altre abitazioni fino al “quartarieddu” e anche su qualche abitazione in via Garibaldi.


Le circa trecento bombe del 31 luglio 1943 su Centuripe, alla fine determineranno, sotto le macerie delle case o colpiti da schegge, oltre 70 morti civili, e tra le decine di feriti , qualcuno tra i più gravi perirà nei giorni successivi.
All’orrore disumano della guerra si sovrapponeva distinguibile anche l’errore umano.
1 - Le autorità, che sapevano dell’imminente attacco aereo, non si adoperarono per avvisare la popolazione. I tedeschi, che occupavano strategicamente la città, dal canto loro abbandonavano solitamente le loro posizioni per mettersi in sicurezza, fuori paese sul versante meridionale; quindi probabile che nessuno di loro sia stato colpito dalle bombe.
2 - Se tatticamente vuoi destabilizzare e demoralizzare i civili non gli stronchi la vita, potresti inimicarti i sopravvissuti. I bombardamenti della NATAF (leggi RAF in realtà), sul centro abitato di Centuripe, sono stati una vera e propria esagerazione, con la 78a divisione britannica ormai alle porte. Forse sarebbe meglio definirli uno sconsiderato omicidio di massa. Quattro mitragliatrici, due cannoni e qualche carro armato tedesco hanno avuto come risposta un bombardamento a tappeto senza distinzione alcuna sui civili; miracolosamente nessuna chiesa fu colpita.
3 - Numerosi furono gli ordigni che non determinarono un’immediata deflagrazione, nel dopoguerra, in tempo di pace, si assisterà a una lunga serie di incidenti collaterali che uccideranno molti dei contadini che impatteranno su tali residuati bellici; considerato che le aree centuripine interessate dai bombardamenti del ’43 non sono mai state bonificate negli anni successivi e il dilavamento delle pendici interessate nel frattempo ha fatto il resto, è probabile che parecchi ordigni inesplosi siano ancora dove sono atterrati all’epoca.
Verso il 1985 dei ragazzini individuarono, casualmente, uno di questi grossi ordigni inesplosi nella pendice immediatamente a nord della chiesa dell’Annunziata, a ridosso di via Ugo Foscolo; gli artificieri delle forze armate hanno fatto il resto. 


4 - Le incursioni aeree colpirono anche l’unica strada utilizzabile dagli alleati per raggiungere la città con i mezzi (darsi la zappa sui piedi). La cosiddetta craterizzazione, che era stata avviata dai tedeschi,  ritardò difatti la colonna motorizzata della 38° Brigata che dovette utilizzare dal 4 agosto i bulldozer per riassettare quella strada; solo in seguito i grandi mezzi gommati riusciranno finalmente a transitare per le vie di Centuripe in direzione di Adrano.
Paradossalmente i bombardieri Martin a30 Baltimore, che furono portatori di morte e distruzione dal sud al nord Italia, passeranno dopo l’armistizio in almeno cinquanta unità, alla nostra aviazione militare per essere poi definitivamente demoliti nel 1951.
                                                                      ENZO CASTIGLIONE


Bibliografia di riferimento:

-      Onofrio Costanzo – Diario di guerra
-    Salvatore Calì – Venti di guerra 
-    Ken Ford  - Battleaxe Division: From Africa to Italy with the 78th Division, 1942-45
-    Franz Kurowski - Jump Into Hell: German Paratroopers in World War II
-    Ezio Costanzo - Sicilia 1943. Breve storia dello sbarco alleato

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