Operazione epigrafi
Il
sito archeologico centuripino degli Augustales, ha restituito un cospicuo
numero di epigrafi. Esse offrono, nel loro insieme, uno spaccato abbastanza
chiaro degli aspetti collegati alla vita e all’ideologia di questo collegio
attivo nella Centuripe romana, attorno al culto imperiale. Il complesso è stato realizzato, o comunque ristrutturato, nel II
secolo d. C. grazie ai finanziamenti di
una ricca famiglia centuripina: i Pompeii Falcones, che accanto alla cultualità
imperiale hanno celebrato la loro opulenza politica ed economica utilizzando i
canali mediatici dell’epoca.
A
seguito di un intervento di ripulitura e restauro delle epigrafi depositate nei
magazzini del Museo di Centuripe, eseguito dalla restauratrice Nadia Barbi collaborata da Vito Censabella, si è reso necessario, tra il 2010 e il 2011, individuare
e progettare le modalità della loro esposizione al pubblico.
Le epigrafi richiedevano una collocazione quanto
meno adiacente alle statue e a quant’altro proveniente dal medesimo sito. L’attenzione
è ricaduta sui ripiani presenti tra i podi delle statue. Il vero problema era
ricorrere a soluzioni di estrema economicità.
Ma la fortuna aiuta gli audaci. Nei sottostanti
magazzini-deposito del Museo, erano parcheggiati da sempre, dei
componenti realizzati e mai utilizzati per il vecchio impianto espositivo. Si
trattava di griglie inclinate realizzate con rete elettrosaldata incorniciata in
profilati a sezione quadra e completati, in sommità, da supporti atti a
contenere un eventuale impianto di illuminazione.
Come
primo momento progettuale si è reso necessario eseguire un rilievo accurato per interfacciare, virtualmente,
questi pesanti elementi con i ripiani adiacenti alle statue. Verificato il risultato più che accettabile, si è proceduto a modificare e preparare i supporti: le
superfetazioni, che dovevano reggere originariamente l’impianto d’illuminazione,
sono state tagliate e rimosse perché inutili e anche per alleggerire le strutture; quindi le
griglie sono state riverniciate e sistemate definitivamente
sui ripiani individuati in precedenza.
E’ stato realizzato un fotomontaggio con i fronti espositivi della sala; su di esso le icone delle epigrafi sono state predisposte fino a raggiungere una collocazione accettabile.
In seguito è stato necessario interfacciare
le epigrafi con una griglia grafica identica alla griglia in metallo; sulla
griglia grafica sono state riportate le sagome di ogni epigrafe nel rispetto
della precedente collocazione iconografica.
Flavia Calderaro e Dario Barbera
Quindi, sono stati rilevati i vari spessori delle epigrafi, in
prossimità dei punti di appoggio; tale attività si è resa necessaria per procedere
alla progettazione millimetrica delle grappe che avrebbero dovuto poi sorreggerle.
I disegni progettuali delle grappe, infine, hanno
accompagnato la realizzazione, qualche mese dopo, delle medesime. Ovviamente tra le epigrafi e i supporti sono state intercalate strisce di robusta fibra tessile, per evitare contatti deleteri e salvaguardare al meglio i reperti esposti.
L’apparato didattico che dovrebbe
accompagnare le epigrafi, è ancora in itinere. Ma sommariamente le epigrafi esposte
dovrebbero avere i seguenti contenuti.
Questi monumentali
frammenti epigrafici commemoravano la realizzazione della sede ed erano collocati
probabilmente in posizione elevata; costituenti una lunga striscia epigrafica nel
vano centrale dell’Augusteum.
Un’altra iscrizione
monumentale (opere museo) sembra far riferimento ad un mosaico realizzato nel tardo II secolo
d.C., che ancora oggi decora uno dei vani della sede.
Due epigrafi rinvenute nel sacello della sede collegiale
hanno permesso di integrare lo stemma della famiglia senatoria dei Pompeii
Falcones con parte del ceppo originario centuripino. Nel corso del II secolo
d.C., attraverso una trama di alleanze famigliari ed adozioni attorno alla
parabola individuale di Quintus Pompeius Falco (cos. suff. 108 d.C.), questa gens raggiungerà presto i vertici
gestionali dell’impero, per rimanere in auge per tutto il secolo.
Iscrizione dedicatoria di Q. Pompeius Sosius Priscus alla
nonna paterna Clodia Falconilla. Per le
iscrizioni onorarie femminili la commemorazione dei personaggi è sottolineata dal
vincolo familiare, in questo caso “materno”, con Quintus Pompeius Falco padre
del dedicante.
Iscrizione dedicatoria di Q. Pompeius Sosius Priscus allo zio
paterno Quintus Pompeius Priscus, figlio di un Sextus Pompeius Priscus,
entrambi probabilmente attivi ed originari di Centuripe.
Il Calpurnius Apthonetus menzionato potrebbe essere un
liberto di L. Calpurnius lanuvino, città legata da un noto rapporto di
parentela con Centuripe fin dal III a. C. dove è attestata l’origine di questa
gens. L’iscrizione attesta la presenza a Centuripe del collegio degli
Augustales composto da quattuorviri.
Iscrizione onoraria di M. Roscius Cyronnus per la moglie
Manlia. Il dedicatario è forse un figlio nato libero di un liberto di M. Roscius Coelius
imparentato per via materna o per adozione con Q. Roscius Coelius Pompeius
Falco, padre del Q. Pompeius Sosius Priscus finanziatore del sacellum Augustalis nella quale l’epigrafe è stata
rinvenuta.
Questa epigrafe, anche se frammentaria, probabilmente è
attribuibile al personaggio dedicatario del sacello della sede collegiale degli
Augustali di Centuripe, Q. Pompeius Sosius Priscus o al padre Q. Pompeius Falco.
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