lunedì 19 giugno 2017

Museo di Centuripe : Operazione epigrafi

Operazione epigrafi

Il sito archeologico centuripino degli Augustales, ha restituito un cospicuo numero di epigrafi. Esse offrono, nel loro insieme, uno spaccato abbastanza chiaro degli aspetti collegati alla vita e all’ideologia di questo collegio attivo nella Centuripe romana, attorno al culto imperiale. Il complesso è stato  realizzato, o comunque ristrutturato, nel II secolo d. C.  grazie ai finanziamenti di una ricca famiglia centuripina: i Pompeii Falcones, che accanto alla cultualità imperiale hanno celebrato la loro opulenza politica ed economica utilizzando i canali mediatici dell’epoca.


A seguito di un intervento di ripulitura e restauro delle epigrafi depositate nei magazzini del Museo di Centuripe, eseguito dalla restauratrice Nadia Barbi collaborata da Vito Censabella, si è reso necessario, tra il 2010 e il 2011,  individuare  e progettare le modalità della loro esposizione al pubblico.
 Le epigrafi richiedevano una collocazione quanto meno adiacente alle statue e a quant’altro proveniente dal medesimo sito. L’attenzione è ricaduta sui ripiani presenti tra i podi delle statue. Il vero problema era ricorrere a soluzioni di estrema economicità.
Ma la fortuna aiuta gli audaci. Nei sottostanti magazzini-deposito del Museo, erano parcheggiati da sempre, dei componenti realizzati e mai utilizzati per il vecchio impianto espositivo. Si trattava di griglie inclinate realizzate con rete elettrosaldata incorniciata in profilati a sezione quadra e completati, in sommità, da supporti atti a contenere un eventuale impianto di illuminazione.


Come primo momento progettuale si è reso necessario eseguire un  rilievo accurato per interfacciare, virtualmente, questi pesanti elementi con i ripiani adiacenti alle statue. Verificato il risultato più che accettabile, si è proceduto a modificare e preparare i supporti: le superfetazioni, che dovevano reggere originariamente l’impianto d’illuminazione, sono state tagliate e rimosse perché inutili e anche per alleggerire le strutture; quindi le griglie sono state riverniciate e sistemate definitivamente sui ripiani individuati in precedenza.


E’ stato realizzato un fotomontaggio con i fronti espositivi della sala;  su di esso le icone delle epigrafi sono state predisposte fino a raggiungere una collocazione accettabile.

                            
In seguito è stato necessario interfacciare le epigrafi con una griglia grafica identica alla griglia in metallo; sulla griglia grafica sono state riportate le sagome di ogni epigrafe nel rispetto della precedente collocazione iconografica.

 Flavia Calderaro e Dario Barbera

 
 Quindi, sono stati rilevati i vari spessori delle epigrafi, in prossimità dei punti di appoggio; tale attività si è resa necessaria per procedere alla progettazione millimetrica delle grappe che avrebbero dovuto poi sorreggerle.


 I disegni progettuali delle grappe, infine, hanno accompagnato la realizzazione, qualche mese dopo, delle medesime. Ovviamente tra le epigrafi e i supporti sono state intercalate strisce di robusta fibra tessile, per evitare contatti deleteri e salvaguardare al meglio i reperti esposti. 





L’apparato didattico che dovrebbe accompagnare le epigrafi, è ancora in itinere. Ma sommariamente le epigrafi esposte dovrebbero avere i seguenti contenuti.   


Questi monumentali  frammenti epigrafici commemoravano la realizzazione della sede ed erano collocati probabilmente in posizione elevata;  costituenti una lunga striscia epigrafica nel vano centrale dell’Augusteum.

  
Un’altra iscrizione monumentale (opere museo) sembra far riferimento  ad un mosaico realizzato nel tardo II secolo d.C., che ancora oggi decora uno dei vani della sede.
Due epigrafi rinvenute nel sacello della sede collegiale hanno permesso di integrare lo stemma della famiglia senatoria dei Pompeii Falcones con parte del ceppo originario centuripino. Nel corso del II secolo d.C., attraverso una trama di alleanze famigliari ed adozioni attorno alla parabola individuale di Quintus Pompeius Falco (cos. suff. 108 d.C.), questa gens raggiungerà presto i vertici gestionali dell’impero, per rimanere in auge per tutto il secolo.


Iscrizione dedicatoria di Q. Pompeius Sosius Priscus alla nonna paterna Clodia Falconilla. Per le iscrizioni onorarie femminili la commemorazione dei personaggi è sottolineata dal vincolo familiare, in questo caso “materno”, con Quintus Pompeius Falco padre del dedicante.


Iscrizione dedicatoria di Q. Pompeius Sosius Priscus allo zio paterno Quintus Pompeius Priscus, figlio di un Sextus Pompeius Priscus, entrambi probabilmente attivi ed originari di Centuripe.


Il Calpurnius Apthonetus menzionato potrebbe essere un liberto di L. Calpurnius lanuvino, città legata da un noto rapporto di parentela con Centuripe fin dal III a. C. dove è attestata l’origine di questa gens. L’iscrizione attesta la presenza a Centuripe del collegio degli Augustales composto da quattuorviri.


Iscrizione onoraria di M. Roscius Cyronnus per la moglie Manlia. Il dedicatario è forse un figlio nato libero  di un liberto di M. Roscius Coelius imparentato per via materna o per adozione con Q. Roscius Coelius Pompeius Falco, padre del Q. Pompeius Sosius Priscus finanziatore del sacellum  Augustalis nella quale l’epigrafe è stata rinvenuta.
  


Iscrizione dedicata a
Sosia Falconilla, figlia di Q. Pompeius Sosius Priscus, il personaggio dietro la realizzazione del sacellum centuripino. L’iscrizione significativa, restituisce la storia  “dinastica” di questa figura, che insegue  un prestigio consolare lontano nel tempo.


Questa epigrafe, anche se frammentaria, probabilmente è attribuibile al personaggio dedicatario del sacello della sede collegiale degli Augustali di Centuripe, Q. Pompeius Sosius Priscus o al padre Q. Pompeius Falco.


Nessun commento:

Posta un commento