Un
itinerario archeologico particolare
Tra
le attività di un museo, interessante è sicuramente l'elaborazione di disegni
ricostruttivi di monumenti, siti, statue e vedute dell’antico. Ciò è,
indubbiamente, il risultato della sinergia prodotta dalle collaborazioni tra le
diverse competenze.
L’utilizzazione
di ricostruzioni grafiche, nell'evoluzione della ricerca archeologica, è ben
nota; serve, di completamento, all’apparato informativo che si offre
all’utente. A fronte di situazioni archeologiche che non offrono, a vista,
sufficienti informazioni per interpretare o “leggere” i resti, l’immagine
virtuale elaborata offre un’idea di ciò che non è visibile o deducibile.
Quello che qui si propone è un
itinerario archeologico, tutto centuripino; “particolare” perché supportato
solo da ricostruzioni grafiche. A questa “stranezza” si aggiunga che: a essere
commentati, brevemente, saranno i disegni, e, non tanto il soggetto che essi
illustrano.
Resti di abitato -
Poggio Treboni
La strada che conduce alla piscina
comunale, costeggia resti di un abitato, la cui fase più antica risale alla
metà del IV secolo a.C.
Nella prima restituzione grafica, il
ricorso a un impianto prospettico centrale, con punto di osservazione a m. 1,60
di alzato, ci pone di fronte ad un ambiente con probabili attività domestiche;
gli oggetti, escluso i materiali deperibili, sono quelli che si sono conservati
sotto il crollo del tetto.
La ricostruzione dell’esterno,
impostata con prospettiva accidentale e con punto di osservazione oltre i tre
metri dal piano di calpestio, individua l’acciottolato retrostante e la pendice
cui sono addossati gli ambienti. La figura umana, oltre a rendere le
proporzioni, caratterizza l’ambiente domestico: il vestito e l’acconciatura
sono riferibili al periodo storico citato.
Casetta ellenistica
alle falde del Calvario
Della casetta ellenistica alle falde
del calvario, niente è più visibile da oltre settant’anni. Grazie a Guido
Libertini, che ha documentato con eccezionale meticolosità ciò che ha avuto
modo di osservare, è stata realizzata questa ricostruzione
grafica, per capirne
meglio volumi e
particolari.
Si è scelto di utilizzare
un'assonometria ortogonale e un angolo visuale da nord-est, per cogliere nel modo migliore la
disposizione delle decorazioni parietali, ed evitare inoltre distorsioni ottiche nella
resa delle medesime. Si
è evitato, quindi, di aggiungere ombre proprie e portate, per evitare
sovrapposizioni invasive; il ricorso a figure umane, al solito, serve a rendere
immediato il senso delle proporzioni.
Questo disegno ha fornito i giusti suggerimenti per la realizzazione del plastico esposto al museo.
Quartiere ellenistico di C/da Pannaria
Per questa panoramica del quartiere
Pannaria, era necessario costruire una veduta a volo d’uccello, da nord, che
consentisse di inquadrare l’area del quartiere contestualmente ad altre colline
della città. Per il punto di osservazione, si è scelta la quota di 730 m.,
s.l.m., poco più della quota di monte Calvario (718), che domina il quartiere
in esame; lo schizzo prospettico preliminare individua i resti delle strutture antiche presenti in zona.
Il secondo schizzo prospettico,
individua in grassetto le strutture di cui al disegno precedente, e intende
suggerire l’idea di un quartiere ellenistico terrazzato; in secondo piano:
sulla sinistra la collina di Corradino (il mausoleo arriverà almeno quattro secoli dopo) al centro l’acropoli “Sant’Agostino”, e sulla destra un tempietto
(area chiesa del Purgatorio).
Resti di abitato - Addolorata
Adiacente alla chiesetta dell’Addolorata, sulla pendice che
separa due strade, sono i resti di un abitato distrutto nel I secolo a.C.,
scavato parzialmente.
A una prima stesura con matite e inchiostro, ha fatto seguito
la versione colorata con matite acquerellabili; la presenza di tracce di
attività, ha suggerito l’utilizzazione della prospettiva centrale dall’interno
degli ambienti verso l’esterno; per coglierne, per così dire, il clima
domestico. L’utilizzazione delle ombre ha inteso accentuare la profondità degli
ambienti, mentre le figure umane hanno agevolato l’entità delle proporzioni. Ceramica
e altri oggetti sono quelli ritrovati nel sito.
Edificio degli Augustali
- via Giulio Cesare
Il sito degli Augustali ha ricevuto,
per quanto riguarda le ricostruzioni grafiche, particolari e cospicue
attenzioni. I dati utilizzati nei disegni ricostruttivi, provengono dalle
notizie degli scavi che si sono susseguiti a più riprese, fino al 1951. L’assenza di notizie stratigrafiche e i pochi
elementi architettonici a disposizione hanno richiesto l’utilizzazione delle
regole di Vitruvio per l'elaborazione degli alzati. Ai numerosi schizzi a
matita, si sono avvicendati alcuni elaborati a inchiostro.
Nel primo, da sud, risalta in primo piano la
stanza del mosaico, finalmente liberata virtualmente dalla strada provinciale che
la ricopre.
Nel secondo schizzo, da nord, è stata caratterizzata
l’eleganza del colonnato, che delimitava spazi aperti e chiusi. In entrambi i
casi è stato applicato un impianto prospettico accidentale, che tende a
sottolineare: l’ampiezza degli spazi pubblici e la volumetria degli alzati. Le
ombre sono leggere, per non appesantire le strutture e i particolari.
In questo schizzo originale, sempre da nord, il
colonnato, che si estende verso est e chiude la “piazza”, lascia intendere “work in progress”.
Lo schizzo con prospettiva centrale dall’interno del portico,
ci permette di osservare: la curia sullo sfondo e la copertura dal basso. Ovviamente
in futuro, quando gli scavi saranno ampliati, e i dati sul monumento saranno
più abbondanti, sarà possibile elaborare ricostruzioni più dettagliate.
Statua di togato – Edificio degli Augustali
Tra le statue, che ornavano
l’edificio degli augustali, e, che si trovano presso il museo di Centuripe,
sicuramente interessante è quella del personaggio della famiglia dei Falcones.
La statua attende, come le altre, un
restauro; in attesa che ciò si realizzi, il ricorso alla ricostruzione grafica
ha, temporaneamente, consentito che il volto del personaggio divenisse, intanto,
fruibile e familiare. Il ricorso a un'immagine del volto di tre quarti, è
scaturita dalla scelta di utilizzare, per il montaggio successivo, una foto storica della statua. La caratterizzazione grafica dello
sguardo, intende rivelare la notevole fattura del ritratto marmoreo.
I frammenti della testa e della toga
collocati sulla statua.
Torso loricato + pezzi scompagnati – edificio degli Augustali
Il torso con i grifoni è stato
ritrovato durante gli scavi del 1926. Dagli scavi del 1938 arriva il braccio e,
infine, dagli scavi del 1951, sempre dal medesimo ambiente, provengono il piede
destro e il ginocchio sinistro.
Il braccio attacca perfettamente al
busto, per il resto si è resa opportuna qualche forzatura. Gli schizzi dei
pezzi scompagnati, sono stati realizzati rispettando l’iconografia
dell’immagine fotografica frontale del busto.
Un particolare raddrizzato e ricostruito della statua
precedente: i grifoni; schizzo nato casualmente per accompagnare un avvenimento
del 1994, e diventato, negli anni successivi, icona simbolo del museo di
Centuripe.
Terme romane - C/da Bagni
Nella planimetria, che individua il
punto di osservazione, il rilievo di Jean Houel in blu e le strutture più
moderne in rosso.
Negli ultimi due secoli e mezzo, gli
studiosi hanno dibattuto sulle finalità di questo edificio; pochi e fuorvianti
gli elementi a disposizione; l’erosione della vallata, i conseguenti crolli e
l’opera di spoglio subìta, per mano dell’uomo, ne hanno confusa l’identità. L’ultimo
recente intervento di restauro, sul monumento, e i relativi saggi, hanno
consentito che venisse elaborata questa proposta ricostruttiva. Il ricorso a
un'assonometria ortogonale, ha inteso evitare distorsioni ottiche, così come il
non ricorso a ombre proprie e portate.
Centuripe II secolo d. C.
Le abbondanti testimonianze di epoca
romano-imperiale, sul versante est della città moderna, hanno suggerito l’idea
di improvvisare una panoramica della città attorno al II secolo d.C.;
I tentativi iniziali hanno rivelato la
facilità con la quale si può pervenire a risultati interessanti giocando con
gli elementi: anche con quelli di cui non si ha traccia (teatro).
I primi schizzi preliminari, a
matita, sono serviti, inoltre, a capire se il punto di vista funzionasse.
Per la stesura finale, dello schizzo
prospettico a volo d’uccello, si è proceduto per gradi; intanto è stato
individuato sulla cartografia il punto di vista a quota 800 m., s.l.m.; in
seguito è stato costruito un vero e proprio impianto di prospettiva accidentale delle colline su cui sorge la città moderna, per avere un supporto grafico abbastanza realistico;
In seguito vi sono stati schizzati
sopra i soggetti: il mausoleo denominato Corradino in primo piano, il foro e
gli impianti termali nel quartiere Difesa, l’acropoli e l’area sacra sulla
sommità della collina centrale, la necropoli monumentale lungo la strada che
arriva in città. Una leggera caratterizzazione dell’orografia del territorio ha
fatto il resto.
Il mausoleo romano di villa Corradino
o quel poco che ne resta, mi ha sempre intrigato;
fin dall’età adolescenziale. Le conoscenze che si acquisiscono negli anni,
possono anche portare a delle ipotesi, ma tali restano. Una quindicina di anni
fa, mi sono ispirato ai volumi tecnici del sepolcro di Elio Callisto, alle
decorazioni della camera sepolcrale Valeri e alla monumentalità della tomba
Barberini per buttare giù alcuni schizzi ricostruttivi, ormai superati, che
illustrano il monumento centuripino in relazione alla collina (prima dei ribassamenti ottocenteschi) e con le
assonometrie indagano la volumetria del ricostruito.
Negli anni
successivi, per fortuna ci ha pensato l’amico Salvo Rizza, Architetto
dell’IBAM, a redigere un contributo scientifico da manuale, nella quale i
mausolei centuripini hanno ricevuto la dovuta attenzione.
Centuripe dal ponte romano - fiume Simeto
Un'appendice alla precedente immagine,
del II secolo d.C., è costituita da questa veduta (ridotta all’essenzialità),
questa volta dal basso e da un punto privilegiato di osservazione, per chi
arrivava in prossimità della città: il ponte romano sul fiume Simeto.
Una curiosità: nello schizzo
prospettico il carro da trasporto inserito, è liberamente tratto dall’Horse
Carriages for confortable travel, ricostruito ed esposto al museo di Colonia.
Le restituzioni virtuali del ponte, da nord-est, segnano una nuova fase: nel
prossimo futuro ci si avvarrà, sempre più, di computer grafica;
Enzo Castiglione
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