Premessa:
Questo Post ha solo una funzione propedeutica ad alcune attività, che potrebbero vedere protagoniste le scuole centuripine. E’ uno schema di progetto, che potrebbe essere rivisto e migliorato, utile a formare la conoscenza e le sensibilità delle nostre generazioni future. Fatene quello che volete, nessuno ne pretenderà i diritti.
Centuripe: Un passato per un futuro
1 – Caratteristiche
e finalità dell’iniziativa
a – Realtà
locale – analisi
La cittadina di Centuripe
(EN) è pittorescamente arroccata su un sistema montuoso (m 733 s.l.m.), che si erge maestoso a metà strada tra Catania
ed Enna. La realtà economica locale, a carattere prevalentemente agricolo, è
piuttosto depressa e si auspica in un decollo del settore turistico incentrato
sulle bellezze paesaggistiche locali e soprattutto sulla valorizzazione dei
numerosi siti archeologici, distribuiti sia all’interno che all’esterno
dell’abitato, nonché del locale Museo Archeologico inaugurato nel 2000.
Nel
territorio sono distribuiti insediamenti preistorici e abitati rurali di età
ellenistica ed imperiale. Di particolare rilievo sono le pitture rupestri in
ocra rossa di un insediamento neolitico presso il fiume Simeto (V millennio
a.C.). Lungo il corso dello stesso fiume si conservano i resti di un imponente
ponte di età imperiale (I-III sec. d.C.) già segnalato dai viaggiatori del ‘700.
Al margine della cittadina si trovano le necropoli di età arcaica ed ellenistica
(VIII-I sec. a.C.), molto estese e in gran parte saccheggiate da scavatori di
frodo, l’attività dei quali era molto fiorente fino a qualche anno addietro. I
reperti che provengono da scavi regolari sono invece esposti nel locale Museo Archeologico. All’interno dell’abitato si conservano i resti di una villa ellenistica
riccamente decorata e quelli, possenti, di numerosi monumenti di età imperiale
(I-III sec. d.C.): due mausolei, almeno due edifici termali, una grande
cisterna in muratura, muraglioni di terrazzamento, una struttura (“La Panneria”)
di cui non si conosce l’esatta destinazione, un complesso in cui veniva celebrato il culto di Augusto con una stanza
mosaicata e numerose statue ora esposte nel vicino Museo.
La
popolazione locale, spesso anche quella acculturata, ha una conoscenza molto
vaga della storia dell’antica città e delle emergenze monumentali sopra
elencate e, di conseguenza, non è consapevole del valore storico - culturale di
queste, anche se ne percepisce il valore di potenziale elemento di attrazione
turistica. A disposizione di chi volesse approfondire le proprie conoscenze
archeologiche ci sono alcuni volumi.
Gli
scavatori di frodo, tra l’altro, sono visti quasi come rispettabili cultori
della materia, operanti più o meno lecitamente nel settore, al punto che nel
quotidiano “La Sicilia” dell’11/6/2005 uno di questi, che avrebbe distrutto
monete antiche utilizzandole come base di conio per monete false, è definito
“uno dei tombaroli più affermati dell’area archeologica centuripina” (sic!).
Si è assistito nel corso degli
ultimi due secoli al depauperamento del territorio; intere generazioni di
centuripini sono purtroppo cresciute, si sono formate e a volte hanno condiviso
la cultura predominante
a difesa del tombarolo - archeologo,
autoinsignito di laurea alla "Facoltà della picozza feroce".
Il Museo di Centuripe è stato inaugurato solo
nell’anno 2000: “fatto il museo di
Centuripe, però, bisognerebbe adesso fare
i centuripini”, o per meglio dire, bisogna formare e informare,
continuare a sollecitare e sperare che ogni cittadino della comunità accresca la
sensibilità nei confronti del proprio
patrimonio storico - culturale, ci sia
maggiore attenzione nei confronti della tutela
della cosa pubblica, insomma, una diversa predisposizione nei confronti
di ciò che in effetti appartiene un po’ a tutti.
Questa
è una buona ragione per portare l’archeologia nelle scuole.
È di
fondamentale importanza la formazione di una coscienza negli adolescenti: essa
è indispensabile per una piena e consapevole partecipazione alla tutela,
conservazione, qualificazione, dei beni della città in cui si risiede, per
evitare che queste parole siano vuote, esercizi retorici, esibizionismi
intellettuali, strumenti di propaganda elettorale.
Occorre,
quindi, che la coscienza dei ragazzi si formi attraverso nozioni ed attività che organizzino anche la
conoscenza, ed entro le quali si colloca e si contestualizza l’esperienza
sociale e culturale a partire dall’infanzia.
Non
si può affidare la costruzione di ciò a processi formativi spontanei o alla
casualità dell’esperienza quotidiana.
L’archeologia,
con la sua sperimentalità, può aiutare.
Con
il termine sperimentare si intende genericamente provare personalmente, fare
esperienza di qualcosa. Il concetto di "giocare con l’archeologia",
fino a qualche tempo fa poteva suggerire un’immagine d’irriverenza nei
confronti di una disciplina così complessa.
Ma è ormai pienamente dimostrato che
l’incontro tra archeologia/momento ludico/scuola non solo sia possibile, ma
soprattutto stimolante e fertile, perchè "giocare con l’archeologia"
rende anche la struttura museale un organismo vivo, in cui poter effettuare una
serie di divertenti momenti didattici teorico/pratici, utili alla comprensione
e al relativo approfondimento di fondamentali concetti scientifici, altrimenti
poco apprezzabili attraverso passive "lezioni frontali", di tipo
accademico, o semplici visite guidate. Ricercare, scoprire, imparare, sono
processi mentali continui, per i quali non esiste limite d’età; l’archeologia è
una scienza che segue una metodologia in continua sperimentazione, pertanto,
dato che offre contenuti che facilitano la ricerca, può essere un utile
strumento pedagogico.
b –
definizione obiettivi percorso formativo
Il progetto, applicato alla storia ed all'archeologia,
ha l'obiettivo di sensibilizzare la popolazione locale di svilupparne il
senso di appartenenza, l’interesse, il rispetto, la consapevolezza e di innescare un processo di valorizzazione del ricco
patrimonio archeologico locale.
Promuovere la tutela, la valorizzazione e la fruizione
dei beni culturali a fini didattici; coniugando teoria e pratica, avvicinare i
giovani scolari all’archeologia moderna, e quindi agli strumenti, alle nuove
tecniche di indagine ed alle nuove figure professionali che questa offre.
c – modalità
di verifica e valutazione dei risultati
Una massima dice: “Se
ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”. Una delle modalità di
verifica sarà effettuata tramite un modulo - questionario illustrato, che
ponendosi come momento di gioco didattico, conterrà una serie di domande di
verifica sugli argomenti trattati. Inoltre le verifiche potranno essere fatte in itinere tramite relazioni scritte ed
orali da parte dei destinatari del progetto su singoli argomenti, le più
complete e chiare costituiranno, dopo la revisione dell’esperto esterno, il
testo di una guida, sintetica ed accessibile a tutti, ai principali monumenti.
2 – Indicazioni
dei destinatari del Progetto
Il progetto, proprio perché
deve agire sulla coscienza di varie generazioni di Centuripini, è rivolto agli
alunni ed ai genitori, ma potrebbe prevedere, durante le visite guidate, una
libera partecipazione di cittadini interessati alla tematica.
3 - Metodologia dei lavori
3.1 momenti
didattici teorici
Lezioni frontali dinamiche
e interattive in aula e presso i siti archeologici e il Museo di Centuripe.
3.2 momenti
didattici laboratoriali
La
simulazione di scavo, ormai un “classico” del laboratorio sperimentale di
archeologia, dà la possibilità di conoscere e realizzare tutte le fasi di una
ricerca archeologica.
Per
la sua realizzazione viene utilizzata una semplice vasca, di circa un metro e
mezzo per lato e profonda mezzo metro, in cui sono riprodotte sequenze
stratigrafiche che si possono incontrare nel corso di un' indagine
archeologica.
La
simulazione consentirà ai ragazzi di mettere in pratica le nozioni acquisite
nelle lezioni frontali e di effettuare, con gli strumenti adeguati (cazzuola,
scopetta, paletta, macchina fotografica, cartellini, lavagnetta, spazzolino,
smalto trasparente, pennino e china,
scotch di carta, carta millimetrata, metro ecc...), tutte le principali
operazioni normalmente svolte dagli archeologi sul campo: lo scavo, il rilievo
grafico, la documentazione fotografica, la compilazione di schede di Unità
Stratigrafica, il lavaggio, la siglatura, il restauro e il disegno dei reperti.
L’uso
dei veri strumenti del mestiere utilizzati durante le varie fasi del lavoro
renderanno molto appassionante l’esperienza e stimoleranno sempre domande, che
servono a chiarire non solo l’aspetto tecnico-metodologico del lavoro
dell’archeologo, ma anche quello della ricerca, dell’interpretazione funzionale
e cronologica dei dati, la ricostruzione storica di un eventuale sito
archeologico. Importante è anche insegnare
loro che l’archeologo non si lascia sfuggire piccoli elementi, tracce utili a
ricostruire le attività umane ivi accadute. Con il paragone vincente, che
l’archeologo è il detective della storia. Anche la fase del restauro e del
disegno infine, sarà molto stimolante perché è qui che si affrontano i problemi
di documentazione, valorizzazione, analisi del reperto e del relativo problema
di studio tipologico, funzionale, nonché della sua musealizzazione.
Visite guidate
alle principali emergenze archeologiche di Centuripe, ed al Museo Archeologico di Centuripe, visita ad
un sito in corso di scavo per la verifica dell’apprendimento delle nozioni
basilari delle metodologie di scavo archeologico, nel corso del quale saranno reillustrate
le diverse fasi di uno scavo, dal reperimento del sito da indagare allo scavo e
alla sua documentazione, dallo studio dei materiali alla pubblicazione dei
risultati.
Rilievo fotografico dei principali monumenti.
3.3
coinvolgimento della popolazione
Il coinvolgimento della
popolazione in concrete opere di tutela, valorizzazione e fruizione consapevoli,
dovrà avvenire contestualmente all’avvio del progetto. Nella conferenza, in cui
sarà presentato il progetto, sarà proposto un concorso fotografico che selezioni
le immagini dei monumenti centuripini per un opuscolo a stampa.
3.4 verifica
ed elaborazione dei risultati conseguiti e divulgazione:
Le relazioni scritte dai
partecipanti, le foto dei monumenti di cui al concorso fotografico del punto
precedente, confluiranno in un volume a stampa che costituisca memoria per le
generazioni centuripine future oltre a gratificare tutti i partecipanti al
progetto.