lunedì 3 luglio 2017

Centuripe: Un passato per un futuro

Premessa:
Questo Post ha solo una funzione propedeutica ad alcune attività, che potrebbero vedere protagoniste le scuole centuripine. E’ uno schema di progetto, che potrebbe essere rivisto e migliorato, utile a formare la conoscenza e le sensibilità delle nostre generazioni future. Fatene quello che volete, nessuno ne pretenderà i diritti.

Centuripe: Un passato per un futuro

1 – Caratteristiche e finalità dell’iniziativa

a – Realtà locale – analisi
La cittadina di Centuripe (EN) è pittorescamente arroccata su un sistema montuoso (m 733 s.l.m.),  che si erge maestoso a metà strada tra Catania ed Enna. La realtà economica locale, a carattere prevalentemente agricolo, è piuttosto depressa e si auspica in un decollo del settore turistico incentrato sulle bellezze paesaggistiche locali e soprattutto sulla valorizzazione dei numerosi siti archeologici, distribuiti sia all’interno che all’esterno dell’abitato, nonché del locale Museo Archeologico inaugurato nel 2000.

Nel territorio sono distribuiti insediamenti preistorici e abitati rurali di età ellenistica ed imperiale. Di particolare rilievo sono le pitture rupestri in ocra rossa di un insediamento neolitico presso il fiume Simeto (V millennio a.C.). Lungo il corso dello stesso fiume si conservano i resti di un imponente ponte di età imperiale (I-III sec. d.C.) già segnalato dai viaggiatori del ‘700. Al margine della cittadina si trovano le necropoli di età arcaica ed ellenistica (VIII-I sec. a.C.), molto estese e in gran parte saccheggiate da scavatori di frodo, l’attività dei quali era molto fiorente fino a qualche anno addietro. I reperti che provengono da scavi regolari sono invece esposti nel locale Museo Archeologico. All’interno dell’abitato si conservano i resti di una villa ellenistica riccamente decorata e quelli, possenti, di numerosi monumenti di età imperiale (I-III sec. d.C.): due mausolei, almeno due edifici termali, una grande cisterna in muratura, muraglioni di terrazzamento, una struttura (“La Panneria”) di cui non si conosce l’esatta destinazione, un complesso in cui veniva  celebrato il culto di Augusto con una stanza mosaicata e numerose statue ora esposte nel vicino Museo.

La popolazione locale, spesso anche quella acculturata, ha una conoscenza molto vaga della storia dell’antica città e delle emergenze monumentali sopra elencate e, di conseguenza, non è consapevole del valore storico - culturale di queste, anche se ne percepisce il valore di potenziale elemento di attrazione turistica. A disposizione di chi volesse approfondire le proprie conoscenze archeologiche ci sono alcuni volumi.


Gli scavatori di frodo, tra l’altro, sono visti quasi come rispettabili cultori della materia, operanti più o meno lecitamente nel settore, al punto che nel quotidiano “La Sicilia” dell’11/6/2005 uno di questi, che avrebbe distrutto monete antiche utilizzandole come base di conio per monete false, è definito “uno dei tombaroli più affermati dell’area archeologica centuripina” (sic!).
Si è assistito nel corso degli ultimi due secoli al depauperamento del territorio; intere generazioni di centuripini sono purtroppo cresciute, si sono formate e a volte hanno condiviso la cultura predominante a difesa del tombarolo - archeologo,  autoinsignito di laurea alla "Facoltà della picozza feroce".
     Il Museo di Centuripe è stato inaugurato solo nell’anno 2000: “fatto il museo di Centuripe, però, bisognerebbe adesso fare  i centuripini”, o per meglio dire, bisogna formare e informare, continuare a sollecitare e sperare che ogni cittadino della comunità accresca la sensibilità  nei confronti del proprio patrimonio storico  - culturale, ci sia maggiore attenzione nei confronti della tutela  della cosa pubblica, insomma, una diversa predisposizione nei confronti di ciò che in effetti appartiene un po’ a tutti.
Questa è una buona ragione per portare l’archeologia nelle scuole.
È di fondamentale importanza la formazione di una coscienza negli adolescenti: essa è indispensabile per una piena e consapevole partecipazione alla tutela, conservazione, qualificazione, dei beni della città in cui si risiede, per evitare che queste parole siano vuote, esercizi retorici, esibizionismi intellettuali, strumenti di propaganda elettorale.
Occorre, quindi, che la coscienza dei ragazzi si formi attraverso nozioni  ed attività che organizzino anche la conoscenza, ed entro le quali si colloca e si contestualizza l’esperienza sociale e culturale a partire dall’infanzia.
Non si può affidare la costruzione di ciò a processi formativi spontanei o alla casualità dell’esperienza quotidiana.
L’archeologia, con la sua sperimentalità, può aiutare.
Con il termine sperimentare si intende genericamente provare personalmente, fare esperienza di qualcosa. Il concetto di "giocare con l’archeologia", fino a qualche tempo fa poteva suggerire un’immagine d’irriverenza nei confronti di una disciplina così complessa.


 Ma è ormai pienamente dimostrato che l’incontro tra archeologia/momento ludico/scuola non solo sia possibile, ma soprattutto stimolante e fertile, perchè "giocare con l’archeologia" rende anche la struttura museale un organismo vivo, in cui poter effettuare una serie di divertenti momenti didattici teorico/pratici, utili alla comprensione e al relativo approfondimento di fondamentali concetti scientifici, altrimenti poco apprezzabili attraverso passive "lezioni frontali", di tipo accademico, o semplici visite guidate. Ricercare, scoprire, imparare, sono processi mentali continui, per i quali non esiste limite d’età; l’archeologia è una scienza che segue una metodologia in continua sperimentazione, pertanto, dato che offre contenuti che facilitano la ricerca, può essere un utile strumento pedagogico.



b – definizione obiettivi percorso formativo
Il progetto, applicato alla storia ed all'archeologia, ha l'obiettivo di sensibilizzare la popolazione locale di svilupparne il senso di appartenenza, l’interesse, il rispetto, la consapevolezza e di innescare un processo di valorizzazione del ricco patrimonio archeologico locale.
Promuovere la tutela, la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali a fini didattici; coniugando teoria e pratica, avvicinare i giovani scolari all’archeologia moderna, e quindi agli strumenti, alle nuove tecniche di indagine ed alle nuove figure professionali che questa offre.

c – modalità di verifica e valutazione dei risultati
Una massima dice: “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”. Una delle modalità di verifica sarà effettuata tramite un modulo - questionario illustrato, che ponendosi come momento di gioco didattico, conterrà una serie di domande di verifica sugli argomenti trattati. Inoltre le verifiche potranno essere fatte in itinere tramite relazioni scritte ed orali da parte dei destinatari del progetto su singoli argomenti, le più complete e chiare costituiranno, dopo la revisione dell’esperto esterno, il testo di una guida, sintetica ed accessibile a tutti, ai principali monumenti.

2 – Indicazioni dei destinatari del Progetto
Il progetto, proprio perché deve agire sulla coscienza di varie generazioni di Centuripini, è rivolto agli alunni ed ai genitori, ma potrebbe prevedere, durante le visite guidate, una libera partecipazione di cittadini interessati alla tematica.

3 -  Metodologia dei lavori

3.1 momenti didattici teorici
Lezioni frontali dinamiche e interattive in aula e presso i siti archeologici e il Museo di Centuripe.

3.2 momenti didattici laboratoriali
La simulazione di scavo, ormai un “classico” del laboratorio sperimentale di archeologia, dà la possibilità di conoscere e realizzare tutte le fasi di una ricerca archeologica.
Per la sua realizzazione viene utilizzata una semplice vasca, di circa un metro e mezzo per lato e profonda mezzo metro, in cui sono riprodotte sequenze stratigrafiche che si possono incontrare nel corso di un' indagine archeologica.


  





La simulazione consentirà ai ragazzi di mettere in pratica le nozioni acquisite nelle lezioni frontali e di effettuare, con gli strumenti adeguati (cazzuola, scopetta, paletta, macchina fotografica, cartellini, lavagnetta, spazzolino, smalto trasparente, pennino e china,  scotch di carta, carta millimetrata, metro ecc...), tutte le principali operazioni normalmente svolte dagli archeologi sul campo: lo scavo, il rilievo grafico, la documentazione fotografica, la compilazione di schede di Unità Stratigrafica, il lavaggio, la siglatura, il restauro e il disegno dei reperti.
L’uso dei veri strumenti del mestiere utilizzati durante le varie fasi del lavoro renderanno molto appassionante l’esperienza e stimoleranno sempre domande, che servono a chiarire non solo l’aspetto tecnico-metodologico del lavoro dell’archeologo, ma anche quello della ricerca, dell’interpretazione funzionale e cronologica dei dati, la ricostruzione storica di un eventuale sito archeologico. Importante è anche  insegnare loro che l’archeologo non si lascia sfuggire piccoli elementi, tracce utili a ricostruire le attività umane ivi accadute. Con il paragone vincente, che l’archeologo è il detective della storia. Anche la fase del restauro e del disegno infine, sarà molto stimolante perché è qui che si affrontano i problemi di documentazione, valorizzazione, analisi del reperto e del relativo problema di studio tipologico, funzionale, nonché della sua musealizzazione.
Visite guidate alle principali emergenze archeologiche di Centuripe, ed al  Museo Archeologico di Centuripe, visita ad un sito in corso di scavo per la verifica dell’apprendimento delle nozioni basilari delle metodologie di scavo archeologico, nel corso del quale saranno reillustrate le diverse fasi di uno scavo, dal reperimento del sito da indagare allo scavo e alla sua documentazione, dallo studio dei materiali alla pubblicazione dei risultati.
Rilievo fotografico dei principali monumenti.

3.3 coinvolgimento della popolazione
Il coinvolgimento della popolazione in concrete opere di tutela, valorizzazione e fruizione consapevoli, dovrà avvenire contestualmente all’avvio del progetto. Nella conferenza, in cui sarà presentato il progetto, sarà proposto un concorso fotografico che selezioni le immagini dei monumenti centuripini per un opuscolo a stampa.

3.4 verifica ed elaborazione dei risultati conseguiti e divulgazione:

Le relazioni scritte dai partecipanti, le foto dei monumenti di cui al concorso fotografico del punto precedente, confluiranno in un volume a stampa che costituisca memoria per le generazioni centuripine future oltre a gratificare tutti i partecipanti al progetto.

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